Nome: Dolomiti
Superficie (ha): 40,682.000

Usi principali e stato di proprietà dell’area di progetto:
Il cuore del distretto di Bosconero è rappresentato dalla Riserva naturale statale della Val Tovanella. Il paesaggio è dominato da un continuo di foreste di conifere, che coprono il 75% della superficie totale, da esse emergono rilievi dolomitici, affioramenti rocciosi e detriti di falda (14%), praterie d’alta quota, pascoli, paludi e prati più piccoli (5%). Piccoli ghiacciai, nevai, circhi glaciali permanenti e laghi alpini sono presenti in alta quota. I terreni agricoli sono meno del 2%. Sebbene la zona sia fondamentalmente più selvaggia e meno frequentata rispetto alle vicine Dolomiti d’ Ampezzo, il turismo estivo e invernale sono in termini assoluti la principale attività economica della zona, seguiti dall’ agricoltura tradizionale, e la silvicultura. La proprietà del territorio è per circa il 40% pubblica (soprattutto comunale, meno importante la proprietà statale); in molti comuni le proprietà private sono gestite attraverso le forme tradizionali di condivisione del territorio chiamate “Regole”.

Caratteristiche naturali dell’area:
La vegetazione cresce dai livelli sub-montani a quelli alpini. Il clima varia dal tipo alpino sub- continentale delle valli interne al tipo prealpino sub-oceanico, con precipitazioni medie molto elevate, superiori ai 1500 mm / anno.
La geologia differenziata e la grande varietà di strutture geomorfologiche, in combinazione con la complessità orografica, difficilmente riscontrabile in altre parti delle Alpi, così come i gradienti climatici molto accentuati, sia in termini di precipitazioni che di escursione termica, rendono questa zona un bacino di diversità ambientale di assoluta eccellenza, con la presenza di decine di diversi tipi di habitat. Si incontrano nell’area ambienti variabili dai boschi subalpini di abeti e dalle brughiere di alcune valli del Cadore, tipiche dei quadranti settentrionali, all’associazione quercia – carpino tipica degli ambienti mediterranei nella zona di Longarone; la faggeta è l’habitat più diffuso e rappresentato
con varie ” facies ” , anche se lo stile orientale prevale spesso sugli altri.
Le zone rocciose sono molto diffuse, sia sotto forma di colate detritiche, particolarmente estese dove prevalgono i substrati dolomitici, sia nella forma dei dirupi con vegetazione casmofitica; nella maggior parte dei casi in questi habitat risiedono specie endemiche che caratterizzano la rilevanza biogeografica dell’area.
Da un punto di vista biogeografico si rileva un notevole grado di endemismo, soprattutto sul versante orografico sinistro del Piave. La valle del Piave ha infatti costituito durante l’età glaciale una barriera alla diffusione delle specie e contribuito all’isolamento di alcuni “temi”. La complessità morfologica e orografica dell’area, unitamente alla diversità ambientale associata, si traduce in una elevata diversità faunistica.
La grande naturalità di questa zona, riconosciuta anche dall’Unesco, ha permesso la sopravvivenza della foresta quasi indisturbata in grado di agire come rifugio e zona di svernamento per l’orso (Ursus arctos), e in cui le comunità faunistiche possono svilupparsi senza le tipiche interferenze derivanti dalla gestione forestale.

Il lupo
La grande disponibilità di prede, associata al basso livello di disturbo e le caratteristiche di corridoio per la fauna selvatica, consente la presenza irregolare di lince e lupo, così come ha portato alla recente comparsa dello sciacallo dorato (Canis aureus).