Volentieri pubblichiamo il resoconto della giornata che la Sezione CAI di Ferrara ha organizzato in Lessinia. Un’ulteriore iniziativa che sottolinea la grande serietà, passione e impegno che il CAI, anche per il tramite del suo Gruppo Grandi Carnivori, sta infondendo alla corretta comunicazione del ritorno del lupo sulle Alpi.

 

di Giacomo Roversi, Marzo 2017

Il viaggio in pullman passa svelto – nell’intorpidimento generale per la sveglia alle 5 – e coi primi tornanti della strada che sale al Passo delle Fittanze lasciamo la foschia della pianura (ad essere sinceri oggi nemmeno troppo fitta, è una bella giornata di sole!). Siamo una comitiva mista del CAI di Ferrara: escursionisti adulti e ragazzi dell’Alpinismo Giovanile – un’alleanza che sta dando buoni frutti e qualche speranza di un futuro dell’Associazione meno frammentario e autoreferenziale.

L’escursione in programma è una ciaspolata naturalistica che ci porterà sulle tracce del lupo della Lessinia. La neve si fa desiderare fino a poche curve dal Passo – il caldo dell’ultima settimana ha sciolto buona parte del manto – e quando compaiono i primi pendii bianchi tiriamo tutti un sospiro di sollievo: non tanto per le ciaspole (che infatti resteranno legate agli zaini) ma per le orme che la neve aiuta così tanto ad osservare.

 

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Ad accompagnarci, oltre ai titolati AG e CS che ci siamo “portati da casa”, ci aspettano anche tre Guardie forestali del Gruppo Grandi Carnivori del Trentino: Tommaso, Nicola e Antonio, che incontriamo appena lasciato il pullman. La loro compagnia è ciò che rende questa escursione speciale. Oltre alla neve ovviamente, che i nostri ragazzi del Giovanile hanno già preso d’assalto.

 

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Due parole di presentazione e ci incamminiamo, con uno spirito più curioso del solito per l’ambiente che ci circonda. Le soste durante le quali le nostre guide ci raccontano la loro esperienza ravvicinata col lupo in Lessinia sono tanto frequenti quanto interessanti. Seguendo le loro indicazioni iniziamo a vedere delle impronte di canidi. Come ci spiega Tommaso, la forma dell’orma di per sé non ci permette di distinguere un cane da un lupo, dobbiamo diventare osservatori acuti, immaginarci i movimenti dalle poche tracce sulla neve, come detective sulla scena del crimine.

 

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L’esperienza di Tommaso in questo campo è impareggiabile. Le orme vagano a zig zag attorno alla direzione della strada: probabilmente appartengono ad un cane piuttosto grande accompagnato dall’uomo. Ad un bivio ci dividiamo su due percorsi di diverse difficoltà. Il nostro ci conduce all’interno del bosco, prima lungo una strada forestale, poi su per una valle più stretta. Ecco che le orme si ripresentano, ma ora salgono dritte verso l’alto ignorando la traccia degli uomini e senza concedersi divagazioni. Siamo già lontani dalle zone più battute, le tracce provengono da una zona di vegetazione fitta. Questo sì potrebbe essere un lupo! Poco oltre escrementi con vistose tracce di pelliccia confermano i nostri sospetti: siamo sulle tracce del famoso carnivoro da poco ritornato in queste zone.

 

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Oltre un dosso la traccia singola che stavamo seguendo si divide improvvisamente in tre, quattro, no cinque piste diverse! Si allargano attorno ad un abete solitario nella radura in pendenza e presto si ricongiungono per attraversare un vecchio steccato e allontanarsi in direzione del bosco, a riformare quella che fino a poco prima credevamo essere la traccia di un lupo solitario. Nicola ci racconta che questo fenomeno si chiama “asola” e testimonia il passaggio del branco della Lessinia al completo, organizzato gerarchicamente in fila indiana e concessosi qui una veloce deviazione. L’emozione è palpabile e le domande non danno tregua alle nostre guide.

 

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Con Nicola abbiamo in seguito modo di discutere anche dei recenti sviluppi di materia legislativa; ci fa capire le difficoltà e i delicati equilibri della convivenza uomo-lupo con la sensibilità di chi come lui, per lavoro e per passione, questa convivenza complicata la vive sulla pelle.  Gli slogan e gli estremismi dei dibattiti nei telegiornali rimangono lontani tra la foschia di pianura.

Ci ricongiungiamo con l’altro gruppo alla Malga Revoluto, dove troviamo the caldo e ancor più calda ospitalità. All’interno ci raduniamo (immancabile il focolare acceso e scoppiettante) per ascoltare da Antonio le storie sui viaggi del lupo tra Balcani, Alpi e Appennini fino all’arrivo in Lessinia. Tommaso mostra alcune immagini incredibili del branco, catturate dalle video-trappole piazzate nel bosco e da lui stesso con la macchina fotografica dopo lunghissimi appostamenti.

Ci salutiamo che ormai è sera, con più consapevolezza e la sensazione di esser stati ospiti di un amico.

 

Foto: (C) 2017 Elisa Roversi, tutti i diritti riservati.