All’inizio del 2019 è stata documentata in Valle Strona e in Bassa Ossola la prima coppia stabile di lupo del Verbano-Cusio-Ossola. Il ritorno naturale della specie nella zona cade a 92 anni esatti di distanza dall’uccisione dell’ultimo lupo all’Alpe Mazzocchero, nel Comune di Pieve Vergonte, e a dieci anni di distanza dall’arrivo in Ossola della prima pioniera, la femmina F31, rimasta poi senza discendenza.
Il lupo è una specie molto dinamica e adattabile ai contesti ambientali, ma la ricerca di nuovi territori da parte dei lupi in dispersione è resa difficile dai molti ostacoli che i giovani incontrano sul loro cammino: strade e ferrovie, veleno, lacci, tagliole e scontri con altri lupi già insediati sul territorio. La maggior parte degli animali in dispersione infatti muore, come è capitato al maschio di circa due anni recuperato nel 2011 sulla massicciata della ferrovia a Prata di Vogogna. Solo pochissimi riescono ad approdare in un territorio libero e a trovare un esemplare del sesso opposto con cui fondare un nuovo branco, come è capitato ai due lupi ossolani.
Il ritorno dei lupi in VCO è stato documentato grazie al lavoro degli agenti della Polizia Provinciale, dei Carabinieri Forestali, dei guardiaparco delle Aree protette dell’Ossola e del Parco Nazionale della Val Grande, in collaborazione con il Centro di Referenza per i Grandi Carnivori della Regione Piemonte. Nelle prossime settimane si cercherà di capire l’area di provenienza degli animali grazie ai campioni biologici raccolti sul campo, sui quali saranno svolte le analisi genetiche.
Durante il periodo invernale, i lupi frequentano le zone a bassa quota e i fondovalle, dove è più facile osservarli. Elusivi e discreti, tendono a evitare l’incontro con le persone: se capita di imbattersi in un lupo è utile segnalare l’avvistamento contattando uno degli enti sopra citati avendo cura di indicare nel modo più preciso possibile il luogo dell’osservazione, ma soprattutto si raccomanda di non cercare di avvicinare o disturbare gli animali.