Si è tenuto al MUSE di Trento il 14 aprile 2015, il primo incontro della piattaforma trentina di coinvolgimento e dialogo LIFE WOLFALPS rivolta ai portatori di interesse coinvolti nel fenomeno naturale del ritorno del lupo (Canis lupus) sulle Alpi Centrali.
Dopo l’esperienza pilota avviata dal Parco Naturale delle Alpi Marittime in Piemonte nel marzo 2014, prosegue in Trentino il programma di creazione e mantenimento di “piattaforme locali di coinvolgimento e dialogo” per facilitare lo scambio di informazioni e problematiche fra i partner di progetto e i portatori di interesse territoriali, intesi come associazioni ambientaliste, venatorie, degli allevatori, etc…
Pubblichiamo una sintesi delle principali questioni affrontate nel pomeriggio di lavori.
Presenti i rappresentanti di:
Associazione Allevatori Ovicaprini Trentini, Associazione Cacciatori Trentini, CAI / TAM Trento, Confagricoltura di Trento, LIPU Trento, Federazione Provinciale Allevatori Trento, MUSE, Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Trento, Parco naturale Adamello Brenta, Parco naturale locale Monte Baldo, Parco naturale di Paneveggio – Pale di S.Martino, Provincia Autonoma di Trento – Servizio Foreste e fauna, e Servizio Sviluppo Sostenibile e Aree Protette, Rete delle Riserve Bondone, Rete delle Riserve Sarca, SAT / TAM, Società Scienze Naturali del Trentino, WWF Trentino Alto – Adige.
Nella prima parte informativa i rappresentanti MUSE del progetto LIFE WOLFALPS (Paolo Pedrini, Natalia Bragalanti e Carlo Maiolini) hanno presentato le azioni di progetto e la situazione trentina in relazione alla presenza e all’impatto del lupo in Trentino.
Nella seconda parte interlocutoria dell’incontro sono emerse – in un clima costruttivo di dialogo e confronto e in toni quasi sempre pacati sebbene di preoccupato interesse – le seguenti tematiche:
La Federazione Provinciale Allevatori Trento espone un senso di alta preoccupazione da parte dei suoi associati per l’imminente alpeggio estivo. In particolare viene posto l’accento sulla componente emotiva delle predazioni di lupo su domestico, alimentata dai segni di ferocia che i predatori lasciano sui corpi del bestiame predato.
PAT – Servizio Foreste fauna risponde che tale componente emotiva è riconosciuta e quantificata in modo forfettario come danno indiretto negli indennizzi previsti dalla normativa.
L’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Trento rivendica un maggiore coinvolgimento nelle procedure di accertamento morte / avvelenamenti / catture e nelle attività di formazione.
PAT – Servizio Foreste e fauna assicura che tale coinvolgimento è già in essere.
La discussione della questione – poiché riguardante solo due parti interessate – viene rimandata ad altra sede.
Sempre la Federazione Provinciale Allevatori chiede come mai i lupi non possano essere allontanati dalla zona problematica della Lessinia.
PAT – Servizio Foreste e fauna risponde indicando che la soluzione – data l’alta mobilità della specie, avrebbe una scarsa efficacia nel tempo.
SAT – TAM esprime soddisfazione per il workshop di formazione sul lupo organizzato sui monti Lessini nel febbraio 2015 con il patrocinio LIFE WOLFALPS. Propone un coinvolgimento delle amministrazioni locali per valutare la messa a disposizione di infrastrutture per il ricovero notturno del bestiame (ad es. gli “Stalloni”, ma ad oggi scomparsi o senza una precisa destinazione d’uso).
MUSE sottolinea la bontà dell’idea ma ricorda che sul territorio Trentino la cosa potrebbe anche essere implementata, ma in Veneto l’operazione sarebbe considerevolmente più difficile data l’alta componente di proprietà private.
Parco Naturale Paneveggio – Pale di S. Martino sottolinea l’importanza degli indennizzi, comprensivi dei danni indiretti. L’obiettivo è quello di andare verso una progressiva riduzione del danno ben sapendo che una parte delle predazioni su domestico rimarrà sempre come componente fisiologica della presenza del predatore sul territorio.
In linea generale è importante tenere gli animali insieme (adulti + giovani) e recuperare – magari in un contesto di azioni pilota -le malghe originarie.
Confagricoltura di Trento chiede quanti lupi potranno mai esserci in futuro in Trentino.
PAT – Servizio Foreste e fauna risponde che attualmente c’è un solo branco sui monti Lessini. La capacità portante massima degli ecosistemi ricompresi nella Provincia di Trento fa prevedere un numero massimo di 20 branchi sul territorio provinciale.
L’Associazione Cacciatori Trentini riporta una prima esperienza positiva nelle interazioni fra ACT e progetto LIFE WOLFALPS e dichiara che è stata una decisione lungimirante far partire la comunicazione e il coinvolgimento dei portatori di interesse in questa fase preliminare di neo-colonizzazione delle Alpi Centrali da parte del predatore.
Il CAI chiede di entrare nel progetto come supporter ufficiale. Offrendo in particolare supporto alle azioni di monitoraggio e comunicazione.
Le istanze presentate verranno condivise dal MUSE con il resto dei partner LIFE WOLFALPS e informeranno nei modi possibili l’agire di progetto nei mesi estivi.