Venerdì 15 gennaio 2016, si è tenuta ad Ala (TN) una serata informativa sul lupo organizzata dal Comune di Ala, MUSE e PAT nel contesto del progetto LIFE WOLFALPS.
L‘incontro pubblico è stato estremamente partecipato, segno di un sentito (e in molti casi preoccupato) interesse per il ritorno del predatore.
Dopo l’introduzione alla serata da parte del sindaco di Ala Claudio Soini, dell’assessore comunale all’agricoltura Luigino Lorenzini e del direttore MUSE Michele Lanzinger, gli interventi dei relatori hanno aggiornato la cittadinanza sulle azioni in atto per la gestione del lupo a scala alpina e in provincia di Trento.
Paolo Pedrini e Carlo Maiolini hanno spiegato come le azioni LIFE WOLFALPS possano aiutare a gestire il ritorno del predatore.
Gli esperti Natalia Bragalanti e Tommaso Borghetti hanno fornito gli elementi base per la conoscenza del lupo in generale e del branco della Lessinia in particolare.
Gli interventi dei tecnici si sono conclusi con la proposta di realizzare – con la partecipazione della cittadinanza – un sentiero informativo sul lupo in 9 tappe per diffondere la conoscenza della specie.
Importantissima la seconda parte della serata, dedicata al dibattito, che è stato vivace ma molto ordinato e costruttivo dimostrando una grande civiltà della comunità riunita.
Mario Zomer, presidente degli allevatori della Vallagarina, ha chiesto che cosa si può fare, dal momento che il prelievo di un animale protetto non è consentito: «Non è che a questi ritmi di riproduzione ci ritroveremo in un paio d’anni con 50 lupi?». Gli ha risposto Bragalanti: «Per come sono i Lessini i lupi non aumenteranno: si ammazzerebbero tra loro, perché non avrebbero abbastanza risorse per sopravvivere». Zomer ha quindi ribadito di come la componente emotiva delle predazioni non sempre sia tenuta nel giusto conto, chiedendo una maggiore considerazione di questo elemento di criticità già esposto in sede di piattaforma LIFE WOLFALPS.
Patricia Veronesi, del camping al Faggio, in località Sega di Ala, ha spiegato il proprio problema: «Mi hanno sbranato un pony, come fanno i campeggiatori a stare tranquilli di notte?». Anche Daniela Delpero, medico e residente alla Sega, ha espresso la propria paura. E poi c’è stato chi ha detto che ne teme la presenza vicino alle case. Bragalanti: «Si tratta di un animale schivo, più dell’orso, e già fare rumore basta a allontanarlo. Certo, il consiglio è quello di fare jogging nel bosco durante il giorno, e non di notte. E anche se nella storia recente non abbiamo casi di attacchi all’uomo, la garanzia totale su una specie selvatica non si ha mai». C’è stato anche chi, come Alice Delmonego, proprietaria di una malga dove il lupo ha colpito animali, ha raccontato come riesca a conviverci.
Stefano Tomasi, rettore della riserva di caccia di Ala, ha lamentato un apparente calo di camosci e di giovani ungulati selvatici. Bragalanti ritiene verosimile un calo del camoscio, sebbene sia difficile imputarlo unicamente al lupo poiché non sono in atto in Lessinia specifici lavori inerenti l’impatto della predazione sulla fauna selvatica e non vi siano pubblicazioni scientifiche in grado di quantificare l’attività predatoria del carnivoro sulle proprie prede. La studiosa ha suggerito di rimandare le considerazioni in merito al momento in cui saranno disponibili i dati del censimento annuale. Bragalanti spiega inoltre le difficoltà oggettive nel quantificare l’impatto del lupo sulla popolazione di ungulati selvatici, assicurando che la massima collaborazione e trasparenza della Provincia nella gestione di censimenti e dati in merito.
Luca Zomer, ex assessore del Comune di Ala, ha suggerito ai responsabili LIFE WOLFALPS la proposta di portare gli incontri della piattaforma di dialogo LIFE WOLFALPS da Trento ad Ala, in maniera da intercettare meglio la comunità che ad oggi in Provincia di Trento è più interessata dal ritorno del lupo .
I responsabili LIFE WOLFALPS MUSE hanno convenuto sulla bontà dell’idea: il prossimo incontro della piattaforma si terrà ad Ala.
Il consigliere provinciale Maurizio Fugatti è intervenuto chiedendo che il progetto «non sia come Life Ursus, col rischio di spopolare una realtà di montagna». Bragalanti ha risposto: «Il progetto è diverso, perché non reintroduce un animale, come è stato fatto con l’orso, ma monitora la presenza di un predatore che è tornato sui Lessini naturalmente e a oggi è ancora un animale protetto. È inevitabile che la paura e l’emotività ci tocchino. È anche vero che, siccome dagli anni ’70 a oggi i lupi in Italia sono molti di più e sono una specie che si riproduce bene, il governo non escluda un piano nazionale che in futuro ne preveda l’abbattimento nelle aree dove la sua presenza diventa particolarmente critica».
«Terremo conto di tutte le paure, lo scopo è proprio capire che cosa si aspettano i cittadini» ha concluso Carlo Maiolini, responsabile di Life Wolfalps per il MUSE.
(Foto di Maria Bertolini, Elisa Dossi, Marta Gandolfi)