Il 2 marzo del 2016 la signora Cinzia Pelazza si imbatte in una femmina di lupo nei dintorni del paese di Bagnasco (CN), in bassa Valle Tanaro e per la precisione della zona dei laghetti sul rio Gambologna, nei pressi dello stabilimento Fassa. L’animale è poco reattivo e lascia che la signora Cinzia si avvicini ben oltre quanto un lupo sarebbe normalmente disposto a tollerare. Il motivo? Banale. L’animale è infortunato alla zampa posteriore destra, debilitato e debole. Intervengono sul posto agenti dei Carabinieri-Forestale e guardiaparco, ma l’animale si allontana con tutta la velocità che le consente l’arto calcificato, ben decisa a difendere la propria libertà.
Nei giorni successivi la lupa zoppa viene monitorata dagli agenti e “adottata” dalle persone del posto, più incuriosite che intimorite dalla sua presenza. Impossibilitata alla caccia e costretta a nutrirsi di carcasse, viene trovata investita qualche giorno dopo lungo la Strada Statale n. 28, a poca distanza dalla carcassa di un capriolo a sua volta investito in precedenza. Qualche giorno più tardi, i cittadini di Bagnasco incontrano guardiaparco e operatori del progetto LIFE WolfAlps per parlare di lupo: come sempre succede, sono tante le domande, i dubbi, i perché e i percome che vengono fuori durante una vivace e partecipatissima serata. The end.
Una storia lineare, semplice, banale. Che noia. Meno male che c’è qualcuno che non perde occasione per sollevarci dalla trita routine del quotidiano, con un semplice post che ci proietta in un mondo fantastico, dove tutto può succedere. Nella magica dimensione del complotto lupino, infatti, “lupi d’allevamento” (che non esistono) vengono “lanciati” (con la fionda? con la catapulta? dall’elicottero? Pieno il mondo di trattati di balistica lupina: “Come ti scaglio il lupo. Calcola la traiettoria per non farlo finire contro un pino”) “clandestinamente” (niente, fa già ridere così). La prova inconfutabile che siano lupi d’allevamento è che non hanno paura delle persone. Ma… (questo sì che è un finale che lascia con il fiato sospeso, altro che uno scontatissimo investimento) la vera domanda è: dove sono finiti i 24 lupi dello Zoo Safari? (Come se uno zoo/un’area faunistica potessero disfarsi con disinvoltura degli animali che detengono e non dovessero seguire protocolli molto rigidi per la tutela degli animali). Fiction di quella buona.
Ci consolano – e a loro va un pensiero di commosso affetto e riconoscenza – tutti quei commentatori che hanno da subito smascherato la bufala, segandole le corte zampette: grazie! Solo l’informazione e la sistematica verifica delle fonti possono fare la differenza!