Porto il nome della mia terra d’origine.
Arrivo dai dintorni di Reggio Emilia. È lì che sono stata investita, all’età di due anni: una splendida giovane lupa piena di forze, in cerca di un nuovo territorio e di un compagno con cui fondare una nuova famiglia. È andata diversamente: un incidente ha cancellato la mia possibile carriera di capobranco. Sono stata recuperata in condizioni disperate a bordo strada. Hanno cercato di curarmi il più in fretta possibile, ma non abbastanza perché potessi tornare in natura: avevo trascorso troppo tempo con gli uomini e perso le abitudini selvatiche.

Nel 2010 sono arrivata nel recinto del Centro faunistico Uomini e Lupi di Entracque. Qui in Valle Gesso il primo branco stabile è stato documentato nel 2007: ogni tanto capita di percepire l’odore dei nostri fratelli liberi, di ascoltarne gli ululati oltre il recinto. A loro la vita selvatica e pericolosa, a noi una vita tranquilla: l’emozione più forte sono le visite delle scolaresche. Siamo diventati i mediatori fra la vita selvatica e il mondo degli umani: l’anello di congiunzione che rende possibile l’incontro e la conoscenza.

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