Le voci si rincorrono rapidamente per le montagne lombarde e non solo: val Cavargna, Alta val Brembana e poi ancora val Cavargna. Ritrovamenti di animali da allevamento, pecore principalmente, ma anche capre, trovati deceduti o feriti a seguito di attacchi di canidi. Canidi perché non è ancora possibile determinare con assoluta certezza che si tratti sempre dell’azione di lupi, in branco o individui solitari; solo la genetica e le immagini fotografiche possono dirimere questo dubbio e permettere di comprendere meglio la situazione. Il lupo infatti, dopo anni di assenza forzata, sta naturalmente riguadagnando terreno su tutto l’arco alpino, in principio solo nel settore occidentale (il più vicino geograficamente all’Appennino e alle popolazioni italiche relitte) poi, via via, anche nelle Alpi orientali e, ora, centrali; in Lessinia (Veneto) è persino avvenuto un evento che ha dell’incredibile: una lupa italica proveniente da occidente e un lupo sloveno si sono incontrati, formando una nuova famiglia (e quindi un branco), ma dando così anche, purtroppo, l’avvio a importanti conflitti territoriali ancora lontani dall’essere appianati.

Per quel che riguarda il territorio della Lombardia, le conoscenze attuali parlano di un unico branco stabile di lupi che gravita nell’Alto Lario, lungo il confine italo-svizzero in Val Cavargna e dintorni e di un lupo solitario stabile dal 2014-2015 in provincia di Sondrio, per il quale è necessario documentarne l’attuale presenza essendo stato recuperato un cadavere di canide nella zona su cui sono in corso gli accertamenti genetici. Oltre a questi casi accertati ci sono alcuni individui solitari che si spostano alla ricerca di nuovi territori, con segnalazioni sporadiche che vanno dalla provincia di Brescia e Sondrio, alle segnalazioni di questa estate, ancora da accertare, dell’Alta Val Brembana, in provincia di Bergamo. Oltre a questi pochi individui, spesso accade che ispezionino il territorio anche cani lasciati liberi di vagare, nei quali si rinforza l’istinto predatorio e che si comportano quindi come i loro parenti, attaccando e spaventando sia animali da allevamento che selvatici, senza però alcuno scopo di sopravvivenza e soprattutto provocando spesso maggiori vittime e rischi dovuti all’inesperienza nella predazione e alla confidenza verso l’uomo. E così si parla di attacchi da canidi fino a che le “prove” a disposizione non siano in grado di indicare chiaramente il “responsabile”.

Chiunque sia l’autore dell’attacco ciò che rimane certo è il danno subito dall’allevatore; per questo motivo, per ridurre al minimo il rischio di nuovi attacchi e per attenuare il più possibile il conflitto fra allevatori e lupi (contribuendo così alla conservazione e gestione della specie) le Istituzioni competenti lavorano in maniera coordinata e sinergica per dare risposte concrete al territorio. Regione Lombardia grazie al progetto LIFE WOLFALPS, lavora per la riduzione dei possibili conflitti derivanti dal ritorno del lupo, fornendo assistenza agli allevatori, consegnando strumenti per la prevenzione in comodato d’uso gratuito, informando e formando i soggetti che in qualche modo sono interessati dalla dinamica di ritorno di questa specie. Tali azioni sono realizzate anche in collaborazione con l’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste (ERSAF), da sempre impegnato nei territori rurali e che, proprio grazie a WOLFALPS, sta formando i propri tecnici ad affrontare la nuova sfida.

Fondamentale inoltre il supporto delle Istituzioni presenti sul territorio con competenze diverse, quali le Polizie Provinciali, il corpo dei Carabinieri Forestali, le ATS, le Provincie e gli Enti Gestori di aree protette, per offrire una risposta efficace e tempestiva a tutte le richieste o segnalazioni che giungono dal territorio.

Attualmente è stato contattato un considerevole numero di allevatori che montica sulle montagne lombarde, grazie ai contatti già consolidati da Regione Lombardia nell’ambito del precedente progetto LIFE ARCTOS sull’orso, ai contatti di ERSAF, alla collaborazione con altri soggetti che lavorano sul territorio per favorire una convivenza tra grandi predatori e le attività umane, come il progetto “Pasturs” e al prezioso contributo delle Associazioni agricole; si è  proceduto alla consegna, in comodato d’uso gratuito, di più di 50 recinti, la maggior parte dei quali ad allevatori che hanno aderito al progetto, mentre i rimanenti sono tenuti a disposizione presso le sedi delle istituzioni territoriali per intervenire nelle situazioni di necessità. Così è stato possibile fornire tempestivamente alcuni recinti in occasione dei più recenti eventi di predazione in Alta Val Brembana e Val Cavargna. Sono inoltre stati messi a disposizioni altri strumenti di dissuasione quali fladry, dissuasori acustici e visivi. Sempre nell’ambito del progetto LIFE WOLFALPS, sono stati consegnati cuccioli di cane pastore maremmano per la difesa delle greggi.

Sono stati inoltre organizzati numerosi incontri su tutto il territorio regionale con diversi destinatari; la cruciale “categoria” degli allevatori è stata oggetto di particolare attenzione, con incontri mirati a presentare la specie e le dinamiche che la caratterizzano, le possibilità offerte dallo stesso progetto LIFE WOLFALPS, la condivisione di esperienze provenienti da contesti paragonabili, la presentazione delle misure, anche economiche, a sostegno del danneggiato e, non da ultimo, l’ascolto delle esigenze di ogni singolo al fine di individuare misure efficienti comuni.

 

Insomma, tanto lavoro è stato fatto e tanto rimane ancora da fare, mentre l’obiettivo principale rimane quello di preparare il territorio a gestire una situazione estremamente dinamica ma che molte esperienze dimostrano non rappresentare una sfida impossibile a condizione che si possano mettere a regime le più idonee misure di prevenzione, rendendole sempre più una prassi quotidiana, una buona pratica da esportare in futuro in altre situazioni affini.

La sinergia di operato fra le istituzioni, che vede Regione Lombardia in prima fila, proseguirà quindi senza esitazione, con un unico fondamentale scopo per la tutela delle tipicità locali e la conservazione del lupo: giungere a non dover più gridare con timore “al lupo al lupo”.