Guardatevi bene queste foto, sono state scattate da me a Nasagò, frazione di Ormea oggi domenica 26 luglio 2015 alle 7.51. E’ la testa di un lupo appesa con un chiodo alla bacheca della Comunità Montana.

E’ questo l’esordio del post scioccante con cui Matteo Fossati, ormeasco indignato, scuote il popolo dei social della Valle Tanaro e della provincia di Cuneo domenica 26 luglio. Le foto ritraggono la testa di un giovane esemplare di lupo, appesa su una bacheca della Comunità Montana Alta Val Tanaro lungo la Statale 28, nel territorio del comune di Ormea, frazione Nasagò.

Più che ucciso – giustiziato e oltraggiato – il lupo decapitato è vittima prima di tutto dell’ignoranza del suo carnefice, dello sprezzo delle leggi e dell’arroganza di chi rifiuta il confronto e sceglie la violenza. Di chi si fa beffe del sentiero – non facile, ma praticabile – della convivenza e preferisce le scorciatoie del sangue. Una direzione controproducente e sconfitta in partenza proprio per chi sostiene la necessità del contenimento attivo dei lupi: l’abbattimento di esemplari di una specie protetta in deroga alle normative vigenti è infatti pensabile solo in un territorio dove le uccisioni illegali sono assenti, il fenomeno del bracconaggio finalmente debellato. Quindi: un gesto barbaro, ripugnante…e persino controproducente per chi punta proprio a veder ammesso il prelievo selettivo di alcuni lupi.

Per il progetto LIFE WOLFALPS si è espresso subito il Commissario straordinario del Parco naturale del Marguareis, il cui territorio potrebbe ampliarsi a breve (forse non a caso!) a una parte del territorio del comune Ormea: qui la risposta del Commissario straordinario Armando Erbì.

LIFE WOLFALPS condanna senza mezzi termini l’accaduto, così come hanno fatto moltissimi fra allevatori, cacciatori, ricercatori e privati cittadini che si sono rivolti al progetto con messaggi pubblici o personali che esprimevano rifiuto e disgusto nei confronti dell’accaduto. Tutte le categorie coinvolte dal ritorno naturale del lupo sulle Alpi hanno immediatamente preso le distanze senza mezzi termini dal gesto di uno o pochi autori isolati, sulle tracce dei quali il Corpo Forestale dello Stato e gli inquirenti stanno indagando.

Le indagini sono in corso e proprio grazie al progetto LIFE WOLFALPS, molti animali sono stati “mappati” geneticamente, rendendo possibile l’individuazione del branco di appartenenza dell’animale e la sua provenienza. Chiunque abbia informazioni o notizie utili per individuare i colpevoli, è invitato a rivolgersi al Corpo Forestale dello Stato: ogni contributo può essere prezioso! E’ importante isolare e mettere in un angolo i bracconieri: il silenzio, in questi casi, è complice.

 

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