I conflitti hanno sempre un’origine: le tensioni fra uomini e lupi hanno una delle motivazioni più forti e più diffuse nella predazione sul bestiame  durante il periodo di alpeggio. Questo costituisce uno degli ostacoli principali alla convivenza a lungo termine tra lupo e attività economiche in montagna: molti pastori pensano infatti che la presenza del lupo in alpeggio comporti un insopportabile aggravio di costi, di lavoro e di stress e che la presenza del lupo vada attivamente contenuta in molte zone, in alcuni casi eliminata del tutto.

I danni al patrimonio zootecnico e le tensioni che ne derivano sono massimi nel periodo che segue immediatamente il ritorno del lupo in un nuovo territorio: tendono quindi a diminuire nel tempo mano a mano che vengono messe in atto le misure di prevenzione degli attacchi e via via che il modello di gestione dell’alpeggio si adatta alla nuova situazione dettata dalla presenza del predatore.

Per decenni, infatti, in assenza del lupo, i pastori delle Alpi hanno perso l’abitudine alla convivenza con i grandi predatori e devono adesso adattarsi a impiegare correttamente gli strumenti di prevenzione degli attacchi e a limitare al massimo i momenti in cui pecore, capre e vacche sono lasciate incustodite. Questo vuol dire spese maggiori e un aumento delle ore di lavoro in condizioni già difficili e con margini di guadagno spesso modesti. Questi problemi sono seri e reali: non vanno minimizzati, ma affrontati dialogando con i diretti interessati, gli allevatori. Una pastorizia di montagna di qualità è un valore ecologico ed economico di interesse prioritario per il territorio e per le aree protette: il mantenimento degli habitat legati ai prati a sfalcio e ai pascoli, la qualità dei prodotti di alpeggio, il valore paesaggistico, ecoturistico e anche culturale dell’attività pastorale sono elementi da tutelare senza se e ma.

Per questo molto è già stato fatto e molto ancora rimane da fare nel campo della prevenzione degli attacchi ai domestici: però non tutte le soluzioni si sono rivelate ugualmente efficaci in ogni caso e gli strumenti di prevenzione sono ancora perfettibili. Colmare queste lacune è uno degli obiettivi di LIFE WOLFALPS.

In quest’ottica si colloca l’incontro organizzato dalle Aree Protette dell’Ossola insieme al Parco Nazionale della Val Grande dal titolo “Coesistenza tra lupo e attività agricole” che si terrà a Domodossola il 16 dicembre 2014. Interverrà la veterinaria di progetto, dr.ssa Arianna Menzano. Si tratta di un’occasione per presentare agli allevatori il Progetto LIFE WOLFALPS, ma anche e soprattutto di un momento utile per conoscere e per discutere insieme le misure di prevenzione che si possono adottare per difendere i domestici dal predatore.