Lunedì 26 gennaio si è svolto a Sedico un incontro di progetto che ha coinvolto gli esponenti del mondo venatorio e un folto pubblico di interessati a vario titolo al ritorno del lupo. Ci piace lasciare la parola a qualcuno che ha partecipato all’incontro, pubblicando il racconto della serata che ci ha inviato Flora Rossi, Zoologa Forestale, Guida naturalistico-ambientale ed Educatrice ambientale: è il suo personale “bentornati” ai lupi nel bellunese.

 BENTORNATI LUPI, BENTORNATI DA TUTTI I BELLUNESI!

 Ieri sera, lunedì 26 gennaio 2015, si è svolta una serata molto interessante a Villa Patt di Sedico, organizzata dai responsabili del progetto europeo LIFE WOLFALPS, in cui anche Regione Veneto, Corpo Forestale dello Stato e Amministrazione Provinciale di Belluno collaborano attivamente con enti e amministrazioni dalle Alpi Liguri alle Alpi Giulie Orientali.

Questo progetto ha l’obiettivo di realizzare azioni coordinate per la conservazione e la gestione a lungo termine della popolazione di lupo delle Alpi, e di assicurare la convivenza tra lupo e attività economiche tradizionali nei territori in cui il lupo è già ritornato naturalmente e dove sta per tornare, come è ora per i territori del Bellunese.

 La serata ha visto un’ampia partecipazione di cittadini, compresi i rappresentanti del mondo venatorio bellunese, tutti interessati ad avere aggiornati dati scientifici sulla diffusione del lupo nelle Alpi e sul miglior modo di convivere con questo importante grande predatore che, naturalmente e grazie alle migliorate condizioni ecologiche delle Alpi, sta ripopolando territori in cui non era più presente da più di un secolo.

È stata molto apprezzata la relazione della Dott.ssa Sonia Calderola che ha presentato la storia di questo ritorno, un vero e proprio successo per la biodiversità delle Alpi, e le tematiche che oggi è importante conoscere e sviluppare.

Il lupo, ricordiamo, se un tempo era bistrattato e considerato animale da eliminare categoricamente, oggi è protetto e studiato proprio perché gli si riconoscono importanti funzioni ecologiche, sia come regolatore naturale della fauna ungulata (cervi, cinghiali, etc.), sia perché portatore di biodiversità negli ambienti troppo condizionati dall’uomo.

Il ritorno, in questi anni, è stato spontaneo e ha visto incontrarsi popolazioni geneticamente differenti, quella italiana, proveniente dall’Appennino, e quella orientale, proveniente dai Balcani.

I branchi di lupi che si stanno formando nelle Alpi, i più recenti, quello assai famoso di Slavc e Giulietta nei Lessini veronesi, e quello di una coppia in Val Tramontina in provincia di Pordenone, indicano che i territori, anche delle Alpi orientali, possono accogliere questi animali grazie all’abbondanza di boschi e di luoghi selvatici in cui vivere senza l’eccessivo disturbo umano.

È stato ovviamente trattato il tema delle occasionali predazioni che avvengono di animali al pascolo, anche in questo delicato argomento si è ragionato per evitare questi episodi, visto che il progetto LIFE WOLFALPS prevede proprio tutta una serie di accorgimenti, sussidi e informazioni mirate a salvaguardare l’attività della pastorizia in montagna anche in presenza di lupi. Così come per il passaggio di orsi, anche per i lupi ci sono ormai tutta una serie di strumenti e conoscenze che, applicati con serietà e precisione da tutti i protagonisti dell’economia della montagna, evita incidenti, preoccupazioni e polemiche sterili che non giovano a orsi e lupi, tanto meno a pastori e operatori turistici. Molto importante è stata la richiesta al mondo venatorio di diventare collaboratori in questo progetto, con azioni specifiche di monitoraggio e salvaguardia del lupo e, di conseguenza, anche degli altri grandi predatori che tornano nelle Alpi; richiesta che è stata favorevolmente recepita dai rappresentati del mondo venatorio, che sono sono stati quindi invitati a mettere a disposizione la loro esperienza nel riconoscimento di tracce per sviluppare una rete condivisa di segnalazioni sulla presenza di lupi nel nostro territorio. Questa attività, assieme a quella di tanti altri operatori che salvaguardano e monitorano la fauna selvatica, guardie Forestali e Provinciali, ricercatori, guide naturalistiche e semplici appassionati di natura, può davvero aiutare a creare una rete di informazioni aggiornate e reali, utilissima per adottare le migliori strategie future per favorire la diffusione del lupo e rendere partecipe tutta la comunità della montagna in questo percorso.

Negli interventi del pubblico, si sono evidenziate le necessità di favorire anche lo sviluppo di una rete di corridoi ecologici per consentire ai selvatici di muoversi nel territorio senza doversi avvicinare alle strade e ai paesi, proprio per aumentare le possibilità che questi animali siano il più possibile inseriti in un contesto selvatico. Inoltre, tutti i soggetti, mondo venatorio compreso, si sono impegnati per condannare e contrastare tutti gli atti illegali che danneggiano non solo i lupi, ma anche la restante fauna selvatica e domestica.

Gli atti di bracconaggio, avvelenamento e le altre odiose pratiche che si sono purtroppo verificate altrove, saranno contrastate e segnalate da tutti i soggetti coinvolti, e in questo i cacciatori sono stati i primi a voler segnalare la loro distanza e condanna.

Si è evidenziata infine l’esigenza di percorsi informativi-educativi per tutta la popolazione, con interventi nelle scuole, così come per la cittadinanza e gli operatori economico-sociali, che, da semplici spettatori, diventano tutti portatori d’interesse e attori di questo percorso di divulgazione scientifica e assunzione di buone pratiche operative.

Un territorio funziona se tutti i cittadini, ognuno per le proprie capacità e competenze sono coinvolti, progetti come il LIFE WOLFALPS diventano quindi importanti occasioni di crescita culturale e aumentano l’orgoglio e il senso di appartenenza a un territorio ricco di elementi positivi e di opportunità sociali, turistiche ed economiche.

Il lupo è un elemento importante e vitale di un ricco territorio, non è un problema o un nemico, e ieri sera è stato molto importante che tutti siano stati d’accordo nel ribadirlo.

Il lupo sta ripopolando anche i nostri territori e sarà un dono per i nostri boschi, così come un ulteriore elemento che aumenterà la connotazione sostenibile del turismo di qualità in tutto il Bellunese.

 

Flora Rossi