Nel corso del mese di dicembre (il giorno 28) è stato possibile registrare, per la prima volta in Trentino, ed in particolare sul gruppo del Carega/Piccole Dolomiti, le vocalizzazioni (ululati) di un gruppo di lupi, con ogni probabilità il branco/gruppo famigliare della Lessinia, o parte di esso.
Il video (di Bepi Pinter – Ala – Archivio Servizio Foreste e Fauna PAT) è incluso nel report mensile che la Provincia autonoma di Trento pubblica attraverso il sito Orso e Grandi Carnivori. Nel report di dicembre 2016, oltre al video, il Servizio Foreste e Fauna PAT fornisce anche gli ultimi aggiornamenti sul monitoraggio del lupo in Trentino:
“Il monitoraggio sul lupo continua invece a fornire nuovi dati. In attesa dei risultati delle analisi genetiche in corso sui campioni biologici raccolti nel 2016, il monitoraggio con foto trappole dell’ultimo mese ha evidenziato la presenza del canide oltre che negli ormai tradizionali ambiti della Lessinia e della val di Non, anche in altre zone della provincia.
Tra queste anche il monte Bondone (versanti orientali di cima Verde) dove un canide le cui sembianze sono riferibili con ogni probabilità ad un lupo è stato filmato nelle prime ore del 19 dicembre.
Va ricordato a questo proposito che queste segnalazioni, che si riferiscono ad animali soli ed in ambienti nuovi per la specie, sono con ogni probabilità riferibili a giovani esemplari in dispersione, i quali possono intraprendere spostamenti anche molto lunghi (fino a molte centinaia di chilometri in linea d’aria). La loro presenza in determinati ambiti dunque, pur rappresentando un elemento di interesse e curiosità, non significa che il lupo in quelle aree sia effettivamente ritornato, cosa che avviene realmente solo nel momento in cui si costituisca eventualmente un branco territoriale (gruppo famigliare).”
E fornisce un breve approfondimento sull’ululato e il wolf howling come tecnica di monitoraggio della specie:
“Perchè i lupi ululano?
Di tutti i modi di comunicazione da loro utilizzati quello acustico è quello meglio compreso e quello che più colpisce l’immaginario umano. Lo fanno per riuscire a comunicare a grandi distanze e riconoscersi, utilizzando suoni a bassa frequenza e su armoniche pure. In ambienti forestali gli ululati possono essere percepiti fino a 10 km, mentre in ambienti aperti sino a 16, anche se spesso le distanze sono inferiori. Durata e frequenza utilizzate possono essere differenti in funzione del rango sociale e del tipo di messaggio che viene comunicato. Gli ululati multipli (in coro, come quelli che è possibile ascoltare nel filmato) sono tipicamente più variabili di quelli emessi da un lupo singolo. Di norma il coro inizia con un singolo ululato, cui si aggiungono altri lupi con ululati più corti e ad alta frequenza.
Gli ululati servono a coordinare gli spostamenti tra individui che appartengono allo stesso branco, a rafforzare i legami sociali del branco stesso, alla riproduzione, ma anche a marcare in modo acustico la presenza dei branchi e, quindi, garantire la separazione spaziale tra gli stessi.
Si tenta spesso di determinare il numero di soggetti che ululano in coro, ma ciò non è semplice per le notevoli modulazioni delle vocalizzazioni e, di norma, si rischia di sovrastimare il numero di lupi che partecipano alla vocalizzazione.
Per il monitoraggio delle popolazioni viene utilizzata una tecnica (wolf howling) legata a questo tipo di comportamento. Mimando l’ululato con la voce (o con ululati registrati), si cerca di indurre una risposta, in modo da verificare, nel periodo opportuno dell’anno, la presenza di branchi e di eventuali riproduzioni. Di norma il branco, se stimolato, risponde per segnalare la propria presenza, soprattutto nel caso sia presente una nuova cucciolata, e rimane nella sua posizione.”