Nel contesto delle iniziative di formazione che il progetto LIFE WOLFALPS dedica al mondo dei docenti, si è tenuta il 24 giugno 2015 una giornata di aggiornamento “sul campo” nella splendida cornice dei monti Lessini, per un gruppo di formatori e ricercatori della Fondazione Edmund Mach, già teatro di una partecipatissima conferenza scuole-esperti.
La giornata di formazione ha preso il via a Malga Lessinia (1600 m.s.l.m.) sotto la guida esperta del guardiaparco Paolo Parricelli (Parco Naturale Regionale della Lessinia) e degli agenti Tommaso Borghetti (Corpo Forestale della Provincia autonoma di Trento) e Fulvio Valbusa (Corpo Forestale dello Stato).
La prima tappa prevista dal programma ha riguardato la storia del territorio con focus particolare sugli eventi della Grande Guerra.
Il gruppo ha potuto ascoltare il racconto del Geom. Flavio Melotti, direttore lavori dell’importante iniziativa di recupero delle trincee del ridotto difensivo Pidocchio.
Flavio Melotti, appassionato di Storia locale e rappresentante della sezione ANA di Verona, ha fornito al gruppo un resoconto dell’importanza dei Monti Lessini nella Storia ed in particolare del ruolo dell’area come punto strategico tra Alpi e Pianura padana.
In tal senso i partecipanti hanno potuto “toccare con mano” i corridoi carsici armati come trincee del ridotto del Pidocchio
In Lessinia le isole di rosso ammonitico sono state utilizzate durante la Prima Guerra Mondiale come capisaldi difensivi. A tali strutture contribuiva spesso il lavoro delle donne del posto in qualità di civili militarizzati, poiché la maggior parte degli uomini era in trincea.
Seconda tappa; cima Castelberto (1750 m.s.l.m). Qui l’agente Tommaso Borghetti ha raccontato del suo lavoro di monitoraggio dei grandi carnivori nella parte trentina dei Monti Lessini.
L’agente ha fornito anche cenni sul paesaggio dei Monti Lessini e di come esso si sia trovato ad interagire in poco tempo con il branco di lupi locale, fornendo contestualmente ai docenti notizie sulla situazione attuale del branco, e sulle opere di prevenzione che la Provincia autonoma di Trento sta realizzando in loco. Infine Borghetti ha concluso sottolineando l’importanza della collaborazione “transfrontaliera” con i colleghi del Corpo Forestale dello Stato (che monitorano la parte veneta della Lessinia) e con il personale del Parco per gestire efficacemente una specie come il lupo che “non conosce confini”.
E proprio in rappresentanza del Parco Regionale della Lessinia, Paolo Parricelli ha integrato la storia del territorio con le motivazioni alla base della costituzione del Parco stesso, ricordando località chiave per il patrimonio naturale e culturale umano quali il giacimento fossilifero di Bolca, la grotta di Fumane, il Ponte di Veja e la Spluga della Preta.
Fulvio Valbusa ha chiuso l’intervento ricordando l’impegno del Corpo Forestale dello Stato nella gestione del predatore e sottolineando di nuovo il ruolo vitale delle collaborazioni fra Enti nella gestione di un fenomeno complesso e inedito come quello che sta vivendo la Lessinia in questi anni.
Terza tappa: Malga Camporetratto.
Qui si trova una splendida stalla che assomiglia a una chiesa:
La stalla, datata 1802, è imponente, ha un ingresso architettonico unico e all’interno vi sono solenni arcate a sesto acuto che sostengono il tetto in lastre.
Sulle pareti un’immaginetta che il docente “storico” del centro Formazione e Istruzione FEM, Don Renato Scoz, ha identificato subito come Sant’Antonio abate, protettore del bestiame, molto opportunamente dotato di cane anti-lupo:
Quarta tappa: la fototrappola nel bosco.
Il Servizio foreste e Fauna della Provincia autonoma di Trento gestisce una rete di una decina di fototrappole nella parte trentina dei Lessini.
Il loro utilizzo è prevalentemente legato al monitoraggio del branco di lupi.
L’agente Tommaso Borghetti si è arrampicato su di un abete rosso per recuperare la scheda di memoria di una delle fototrappole che gestisce e mostrarne così il funzionamento al gruppo:
Sul sentiero nei pressi della fototrappola, forestali e guardiaparco notano delle impronte sospette…
Tutto il resto del gruppo stenta a riconoscerle anche quando indicate… ma gli esperti – da luogo, traiettoria e dimensioni – valutano che con buone probabilità possano essere orme di lupo!
Dopo una breve pausa per riprendere fiato, la giornata continua con la formazione teorica a malga Riondera.
Il progetto LIFE WOLFALPS viene presentato dal personale del partner organizzatore MUSE: Carlo Maiolini ne presenta gli orizzonti e le linee generali
mentre Maria Bertolini e Maria Vittoria Zucchelli approfondiscono le azioni LIFE WOLFALPS dedicate al mondo delle scuola:
L’intervento teorico principale rimane sulle spalle di Claudio Groff del Servizio Foreste e fauna della PAT, supporter ufficiale LIFE WOLFALPS.
Da Groff il gruppo riceve cenni sulla biologia, ecologia ed etologia del Lupo e viene aggiornato sulla presenza, storica e attuale, della specie in Trentino e sulle interazioni fin’ora registrate fra lupo e attività umane in Provincia di Trento.
E fra queste interazioni viene presentata la predazione di lupo sull’asino Osvaldino dalla viva voce dei suoi proprietari Alice e Andrea Delmonego, gestori di Malga Riondera, il bioagriturismo che è servito da campo base per il corso di formazione.
E proprio collegandosi con la predazione avvenuta a Malga Riondera, la giornata si chiude con una visita all’agriturismo, ai suoi quattro percorsi didattici e alle nuove opere di prevenzione anti-lupo poste in situ anche grazie al co-finanziamento della Provincia autonoma di Trento.
I docenti hanno così avuto l’occasione di discutere del tema lupo sia con chi lo vive da “gestore” che con chi ne ha subito la natura di “predatore”.
Chiudendo il resoconto della giornata inoltriamo un dovuto ringraziamento al prof. Ivano Artuso, vicepreside del Centro di Formazione e Istruzione Fondazione Edmund Mach, che ha promosso e co-organizzato la giornata formativa insieme al personale MUSE.
Naturalmente il ringraziamento finale va a tutti i docenti e i ricercatori partecipanti!