Uccisa da un lupo? No, dai fatti. La bufala in questione ha le sembianze di un volantino in formato A4 diffuso in Val Maira, nel comune di Acceglio (per gli addetti ai lavori del progetto, all’interno della Core Area 1). Il documento è la contraffazione di una pubblicazione ufficiale del Comune: ne riporta lo stemma, l’indirizzo e persino la firma del sindaco (!). Per aggiungere un tocco di panico in più, spicca in basso a sinistra pure il logo della Protezione civile.

Il volantino, scritto in un italiano approssimativo, invita gli escursionisti a barricarsi nel bivacco Bonelli (sulle rive del Lago d’Apsoi) e a non dormire sotto le stelle, causa rischio di attacco da parte dei lupi avvistati nella zona. Che i lupi frequentino l’alta Valle Maira è l’unica cosa vera di tutto il volantino, consigliare di chiudere bene la porta di un bivacco perché “non diano fastidio” o di chiamare i soccorsi in caso di avvistamento è invece demenziale. Altrettanto dicasi per l’intelligente esortazione ad accendere un fuoco (d’estate è un’azione consigliabilissima, con il rischio d’incendio al suo picco) oppure a non guardare gli animali negli occhi (non viene specificato il pericolo, probabilmente quello di essere mutati in pietra). I lupi sono animali schivi che evitano, se possono, di avvicinarsi all’uomo che non considerano una preda, bensì un predatore. Da quando il lupo è tornato nelle valli cuneesi – e sono ormai vent’anni – i rari incontri di escursionisti e lupi nelle nostre zone si sono sempre risolti con la fuga degli animali, mai con aggressioni alle persone.

Contattato telefonicamente, il gentile e disponibile sindaco di Acceglio ha negato che il Comune abbia mai prodotto il volantino e ha provveduto a segnalare ai carabinieri l’accaduto. Non sappiamo in quante copie e per quanto tempo il volantino abbia circolato, riempiendo di timori infondati (e di falsità belle e buone) gli ignari visitatori dell’alta Valle Maira, siamo però molto soddisfatti di aver contribuito con questa elementare azione di verifica delle fonti a togliere di mezzo una comunicazione due volte falsa: perché si è spacciata per una comunicazione ufficiale in modo illegale e perché ha diffuso contenuti falsi, con l’obiettivo di procurare allarme senza fondamento. E un po’ di cattiva stampa al lupo, come se ne avesse bisogno.