In molti ci segnalano una serie di articoli comparsi sulla stampa locale veneta che stanno creando confusione riguardo la situazione lupo nell’area.

Un articolo comparso oggi sul “Gazzettino di Treviso” dal titolo “A caccia fra le malghe, fotografati due lupi” riassume bene questi elementi, su cui vorremmo fare (di nuovo) un po’ di chiarezza.

 

Il progetto LIFE WOLFALPS non reintroduce lupi né “favorisce la riproduzione”.

E’ un progetto di azioni coordinate per la conservazione e gestione della specie sulle Alpi.

 

E’ vero, il progetto finisce il 31 maggio 2018 (a proposito, c’è la Conferenza Internazionale conclusiva a marzo: per chi è interessato al lupo è un’ottima occasione per sentire in tre giorni quanto fatto sulle Alpi in cinque anni!), ma il 1 giugno 2018 il lupo sarà ancora specie protetta a livello locale, nazionale ed europeo.

L’unica cosa che verosimilmente cambierà è che si dovranno trovare altre fonti per co-finanziare le necessarie azioni di monitoraggio, comunicazione, prevenzione, antibracconaggio, coordinamento e gestione.

 

Pur non essendo stato identificato ad oggi alcun ibrido lupo-cane nella popolazione alpina, il rischio di ibridazione esiste e quindi viene fatto ogni sforzo per vigilare, sia attraverso il monitoraggio del lupo (partito ieri su tutto l’arco alpino) sia attraverso il controllo sul territorio dei cani vaganti.

Ma ad oggi non c’è alcuna prova di ibridazione, sulle Alpi in generale, e in Veneto in particolare.

L’impressione è che la recente campagna mediatica voglia trovare ibridi a prescindere da ciò che si rileva sul campo.

 

Infine, gli animali nella foto a corredo dell’articolo non sono né lupi né ibridi: sono dei cani lupo cecoslovacchi (CLC) già oggetto di debunking sui social media nei giorni scorsi.